Fattoria di Caticciano

Ilaria e Sergio danno vita a Hilaros e Serius

Intervista a due giovani imprenditori

 

Eva: Ciao Ilaria e Sergio. Grazie per il vostro tempo dedicato a questa intervista

Ilaria: Grazie a te

Da quanti anni esiste la vostra realtà, sia come produttori di olio che come B&B? Avevate già un trascorso legato all’agricoltura/olivicoltura?

Ilaria: La nostra realtà ha preso vita nel novembre 2015, ma la produzione di extravergine della fattoria di Caticciano esiste da diverse generazioni.

Fu mio nonno Giulio, a partire dagli anni ’80, ad occuparsi degli ulivi in questo podere che si trova a meno di 30 km da Firenze.

Siamo fortunati perché ci troviamo in una zona vocata all’olivicoltura, ma è anche grazie alla nostra preparazione tecnica costruita negli anni che abbiamo cominciato ad esigere un olio sempre migliore.

Sergio: anche la mia famiglia ha un passato legato all’olivicoltura. Fu mio nonno che, nonostante la laurea in giurisprudenza, decise di prendersi cura dei terreni in Calabria, regione in cui ho le mie radici. Per noi era normale occuparsi di ciascun albero in attesa che fossero loro a donarci le olive per la frangitura.

Poi, io e la mia famiglia ci siamo trasferiti in Toscana e, oggi, mi prendo cura, con Ilaria, di alberi di Leccino, Frantoio e Moraiolo, le varietà autoctone con cui produciamo i nostri blend.

 

-Cosa vi ha portato a credere in un progetto legato all’olio Extravergine?

Ilaria: è venuto tutto naturale. Gli ulivi erano e sono il legame con le nostre storie familiari (sia la mia che quella di Sergio) e mai avremmo lasciato incolte le nostre 2000 piante.

Non sapevamo molto né di produzione né di manutenzione di un olivo, ma con la formazione abbiamo cominciato a mettere un passo avanti all’altro e ad ottenere dei bei risultati.

Serius e Hilaros

 

Quest’anno siete arrivati in finale nel premio internazionale Leone d’Oro nella categoria Biologico. Immagino sia stata una soddisfazione, dopo tanti sacrifici. Cosa avete pensato quando siete stati nominati tra i probabili vincitori?

Ilaria: eravamo emozionatissimi e stupiti! Abbiamo deciso di partecipare a questo concorso senza grandi aspettative. Sapevamo che avremmo gareggiato con produttori di oli di altissima qualità, nomi che conoscevamo per fama e che abbiamo sempre stimato. Non ci immaginavamo di raggiungere questo traguardo (che traguardo non è!) data la nostra prima partecipazione ad una gara di così alto prestigio.

Anche se non abbiamo potuto partecipare alla finale ammetto che mi sono emozionata quando ho ricevuto la medaglia. Ho pensato che qualcosa si stesse concretizzando, che i nostri sogni stavano cominciando a prendere forma.

I vostri due oli EVO portano i vostri nomi. C’è un collegamento anche legato alle vostre personalità (Hilaros=divertente ;  Serius=serio)?

Sergio: i nomi dei nostri oli si ricollegano alle nostre identità, ma non alle nostre personalità. A dirla tutta, tra i due, è più Ilaria ad essere seria, precisa. Riconosco a lei il merito di aver voluto investire nella qualità dell’olio, nel cercare sempre un miglioramento, di non fermarsi.

-Negli ultimi anni avete visto qualche progresso nella gente sulla cultura legata all’olio extravergine, sulla sua importanza?

Sergio: purtroppo la mia risposta non è positiva. Facendo i mercati ho notato che c’è molta sensibilità da parte degli stranieri. Sono più propensi ad informarsi sulle cultivar usate, lo vogliono assaggiare nel bicchierino e sanno come gustarlo. Hanno una sensibilità diversa al prodotto. Per loro sembra che sia davvero un alimento prezioso, si approcciano ad assaggiarlo quasi come fosse un rito, soprattutto i giapponesi.

Per noi italiani è diverso. Se da una parte l’essere tra i maggiori produttori al mondo ci fa godere di fama internazionale, dall’altra ci limita al miglioramento perché siamo convinti di fare meglio di tanti altri. Parlo generalizzando perché le eccellenze non sono così rare. Sono proprio quelle che sono cresciute, si sono date da fare per migliorare, per competere con chi era più avanti di loro e hanno ottenuto, oggi, delle grandi soddisfazioni.

Noi produttori dobbiamo dare il meglio per creare qualità, per fare la differenza, ma è il tuo lavoro che è speciale! Stare a contatto con tanta gente, cercare di contagiarli per renderli consapevoli di cosa dovrebbe essere un olio Extravergine è il plus che aiuta questo settore.

Eva: Grazie Sergio, ce la metto tutta!

-Avete qualche aneddoto simpatico da raccontarci legato all’olio?

Sergio: ho qualche aneddoto commovente più che simpatico. Un paio te li voglio raccontare anche se non legati all’olio, ma alla nostra attività. Il terzo racconto…beh, l’hai scoperto qualche mese fa!

Il primo aneddoto riguarda un signore che era stato allevato da una balia, come capitava in passato. Lei viveva a Caticciano e lì rimase, mentre questo signore, Piero, si trasferì in un’altra zona della Toscana. Durante la Seconda Guerra Mondiale i due si incontrarono nuovamente, proprio a Caticciano mentre Piero era stato arruolato nell’esercito. La signora era felicissima di rivederlo dopo tanti anni, ma non gli nascose un dispiacere enorme: suo figlio era stato fatto prigioniero a Livorno in attesa che fosse deportato in Germania. Fu da quell’incontro che iniziò una serie di peripezie per liberare il figlio della balia dalla prigionia perché era, in un certo senso, un fratello per Piero. Con costanza e determinazione riuscirono a salvarlo e ripotarlo a casa, a Caticciano.

Il successivo racconto è legato alle terre in Calabria che, come ti anticipavo all’inizio dell’intervista, furono curate da mio nonno materno. Già negli anni ’80 alcuni di questi terreni vennero venduti alla famiglia Rotella.

Come tu ben sai, quei terreni oggi producono un olio biologico di Carolea e si trova sui tuoi scaffali. Tra i fratelli Rotella e la mia famiglia c’è una sorta di legame che triangola con L’EVO di Eva. Com’è piccolo il mondo, eh?

 

Eva: già, Sergio! Fu una sorpresa sapere che tra Rotella e Caticciano c’era un passato comune. Lo racconto spesso nelle mie degustazioni.

Ringrazio sia te che Ilaria per il tempo che mi avete dedicato e per il viaggio che mi avete fatto fare tra i vostri ulivi. In bocca al lupo per tutto!

 

 

Aggiungi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi richiesti sono contrassegnati con *