Sansa di olive vergine: scarto? ma state scherzando?!

Il residuo della spremitura è davvero così importante?

Gli impieghi della sansa di olive sembrano non avere fine

 

Tra pochi mesi comincerà la nuova campagna olearia 2023-2024.

I frantoi cominciano ad organizzare il lavoro, predisporre i materiali, così come i produttori studiano il modo migliore per ottenere un olio extravergine di qualità.

Sull’utilizzo dell’olio, nessuno ha dubbi, ma cosa sappiamo di tutto ciò che resta della lavorazione delle olive?

Durante la produzione dell’olio si produce anche una parte chiamata sansa di olive che è composto da piccoli frammenti di nocciolino (residuo secco), residui di polpa e dalle bucce delle olive (residuo umido).

Questo sottoprodotto trova diversi utilizzi perché nulla va sprecato.

La parte denocciolata può essere usata negli impianti di digestione anaerobica per la produzione di biogas, mentre la parte secca viene usata come combustibile.

pellet di sansa

Lidl Svizzera ed Empa, azienda tecnologica di sviluppo materiali, hanno condotto un recente studio per combattere l’utilizzo di pellicole in plastica impiegate nel settore agroalimentare.

Grazie ad un materiale chiamato pomace si è riusciti a produrre pellicole per la conservazione dei cibi. La pomace è una materiale derivante dalla spremitura delle bucce di frutta e verdura. In questo modo ci sarebbe un doppio vantaggio: si sfruttano gli scarti dell’industria alimentare e si produce un bene a vantaggio dell’ambiente.

 

Con la sansa, inoltre, è possibile la miscelazione con argille per la creazione di laterizi in materiale altamente isolante dal punto di vista dell’acustica.

 

La produzione di concimi e di ammendanti è un altro aspetto di questa seconda vita della sansa.

La parte contenente bucce e particelle di polpa è ricca di carbonio organico, carbonio umico e fulvico. Sono presenti anche azoto, potassio, fosforo e calcio.

 

Risale al 2021 uno studio della Olive Oil Commission of California sulla resistenza nel tempo dell’asfalto sperimentale, cioè quello miscelato con sansa di olive. Sembra, infatti, che questo materiale sia meno soggetto alle fessurazioni e ad altre alterazioni atmosferiche.

Proprio sulla base di questa ricerca, la Spagna ha asfaltato la strada che va da Valladolid a Segovia secondo questa miscela di bitume semicaldo, di sansa di olive e di olio vegetale riciclato.

Insomma, gli usi sono molteplici e sembra proprio che altre novità sui nuovi impieghi siano dietro l’angolo.

Attendiamo i nuovi sviluppi!

A presto

 

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